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Di cosa si tratta
Il rapporto di lavoro subordinato è contraddistinto da alcuni elementi che lo differenziano dal rapporto di lavoro cd. autonomo.
Tali elementi sono l’assoggettamento al potere organizzativo, direttivo e disciplinare, l’orario di lavoro, la sede di lavoro, l’utilizzazione di strumenti forniti dal datore di lavoro, le modalità di svolgimento dell’attività lavorativa, il carattere continuativo della prestazione, la forma della retribuzione.
Il lavoratore che intende domandare il riconoscimento di un rapporto di lavoro alle dipendenze di un datore di lavoro ha l’onere di fornire la prova di aver ricevuto indicazioni specifiche circa le mansioni da svolgere e di essere assoggettato al potere di vigilanza e direzione di un superiore.
Avviene sovente che il lavoratore svolga attività lavorativa in favore di un datore di lavoro senza mai aver sottoscritto alcun contratto di lavoro. Si tratta del cd. lavoro in nero.
Un rapporto di lavoro per essere considerato valido e produrre effetti anche ai fini del riconoscimento della pensione deve obbligatoriamente seguire determinate regole quali essere comunicato al centro per l’impiego, apertura della posizione personale del lavoratore, avere un contratto firmato da lavoratore e datore.
Il lavoratore che intende intraprendere un’azione nei confronti del datore per il riconoscimento del rapporto di lavoro in essere tra le parti dovrà proporre una causa in Tribunale affinché il Giudice possa stabilire che il lavoro svolto dal soggetto abbia tutte le caratteristiche del rapporto di lavoro, sebbene privo di regolarizzazione, e conseguentemente condannare il datore a pagare in favore del dipendente delle somme di denaro.
Il lavoratore avrà diritto infatti a vedersi riconosciuti anche i contributi previdenziali ed assistenziali che il datore non ha mai versato, utili al raggiungimento dei contributi settimanali necessari per ottenere il diritto alla pensione.
Per dimostrare l’esistenza di un rapporto di lavoro privo di regolarizzazione (rapporto di lavoro in nero) il lavoratore sarà tenuto a provare di aver prestato la propria attività alle dipendenze del datore e ciò potrà essere fornito attraverso diversi mezzi quali: testimonianze di altri colleghi di lavoro, fornitori, clienti, foto di turni affissi all’interno dei locali aziendali, divise aziendali ed ogni altro elemento utile al fine di dimostrare lo svolgimento di attività lavorativa alle dipendenze di quel datore di lavoro.
Il lavoratore, sia assunto con regolare contratto di lavoro sia privo di regolarizzazione (lavoratore in nero), sia il soggetto che rivendichi una qualifica superiore rispetto al contratto sottoscritto potrà, inoltre, agire nei confronti del proprio datore di lavoro per rivendicare differenze retributive.
Per differenze retributive ci si riferisce a somme di danaro che spettano al lavoratore per lo svolgimento della propria attività lavorativa ma che non gli sono state corrisposte.
A titolo meramente esemplificativo rientrano nella fattispecie sopra richiamata la corresponsione di una retribuzione inferiore al minimo inderogabile stabilito dalla legge o dai contratti collettivi di categoria, il pagamento delle ferie, permessi, lavoro supplementare e straordinario, lavoro notturno, lavoro festivo, 13esima e 14esima mensilità e trattamento di fine rapporto, incrementi di salario dovuti al passaggio da una qualifica ad un’altra corrispondente ad un livello superiore, scatti di anzianità, trasferte non pagate.
Il lavoratore dovrà fornire prova di aver lavorato oltre l’orario di lavoro contrattualmente previsto o di aver lavorato durante le festività o di aver svolto mansioni superiori rispetto al livello di inquadramento.
Con gli elementi di prova a disposizione sarà poi necessario quantificare l’importo a credito per il lavoratore mediante la predisposizione di conteggi sviluppati dal consulente del lavoro che potrà essere messo a disposizione gratuitamente dallo Studio Legale Olivi.
Il consulente del lavoro è infatti una figura fondamentale per intentare una causa nei confronti del datore di lavoro perché è il professionista che si occuperà di calcolare le singole voci omesse e rappresentare, mediante l’elaborazione di un conteggio, la somma delle differenze che si domanderanno.
Ottenuti i conteggi si potrà formulare una richiesta di pagamento al datore di lavoro ed in caso di inerzia intraprendere una causa in sede giudiziaria per il riconoscimento dei propri diritti.
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